Commento a Esodo 29-32

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Attendere il passo, il ritmo, lo stile silenzioso del Signore può risultare difficile. Il popolo ebraico nel deserto, stufo di attendere ancora, ha iniziato a leggere la prolungata assenza di Mosè come segno dell’assenza dell’unico Dio.

E così, mentre in realtà il Signore conversava con Mosè, quel vuoto è stato rimpiazzato prontamente da un idolo, voluto dal popolo: il vitello d’oro. Così simile alle divinità dell’Egitto. Alla sua splendente concretezza avrebbero attribuito però la loro liberazione, anziché riconoscerla a quell’unico Signore che non si mostrava mai in volto e che non voleva essere in alcun modo fissato in una immagine.

E Aronne, il primo dei sacerdoti, designato proprio da Dio per espletare tutti i riti sacrificali in espiazione dei peccati del popolo, è anche il primo qui a prestarsi alla grande apostasia. Ma il Signore aveva in mente un progetto su Aronne da prima che questi ne avesse davvero consapevolezza.

Quando Dio non risponde alle tue domande, come reagisci? Vivi in qualche modo il vuoto del silenzio o cerchi di esorcizzarlo? Come?

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A cura di Piotr Zygulski