Commento a 2Maccabei 10, 9-23

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Nella preghiera di oggi mi incontro con la vicenda e la situazione complessa nella quale si rivela essere immerso il nostro paese, come si vede dal risultato elettorale che avverto come monito severo e impegnativo per tutti, ma soprattutto per la comunità cristiana ed ecclesiale: evidentemente in grande lontananza e diversità dal pensiero e dall’azione del Vescovo di Roma.

Dobbiamo però renderci conto che molti fratelli con i quali ci incontriamo nella liturgia domenicale sono allineati su posizioni anti-evangeliche: soprattutto nei confronti dei molti poveri e dei molti stranieri che abitano vicino a noi e sono nostri concittadini e nostri fratelli.

La grande tensione che la Parola di Dio oggi ci segnala tra i figli di Israele e le genti tra le quali essi si trovano e vivono, dice bene l’animo con il quale noi dobbiamo leggere la nostra vicenda attuale, così esposta a chiusure e ad esclusioni.

Non si tratta certamente di pensare ad azioni violente e ad uccisioni, ma certamente dobbiamo prendere atto che molti, anche prossimi alla nostra vita, sono sedotti e imprigionati da chiusure e inimicizie lontane dalla luce cristiana della fraternità universale nella paternità di Dio e nella guida del Signore Gesù.

Tutto questa non ci porta certamente verso atti e giustificazioni di violenza!

Ma certamente non possiamo ignorare la pericolosa situazione di inimicizia che coinvolge e che può aggravarsi nella nostra vita sociale.

Non si tratta certamente di combattere le persone, ma non si può ignorare e trascurare la pericolosa violenza di giudizi e atteggiamenti che negano la nostra fraternità e famigliarità nel Signore, che vede in ogni uomo e donna del mondo un nostro fratello e sorella che il Padre ci indica come figlio e figlia da accogliere e aiutare!

Ma questo esige certamente un ripensamento profondo e severo del rapporto tra la nostra fede cristiana e la storia nella quale viviamo e siamo immersi.

Chiedo scusa a chi rimarrà male impressionato da queste mie povere considerazioni, che in coscienza non mi sembra di poter tacere a voi che mi siete quotidiani e preziosi compagni di viaggio nel grande cammino della Parola di Dio.

Leggi qui il brano.

A cura di don Giovanni Nicolini