La famiglia luogo dell’incontro tra l’amore umano e l’amore di Dio

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Dopo le analisi sociologiche offerte dalla dott.ssa Zenarolla e da don Zonato nei primi due incontri, il percorso di approfondimento sulla famiglia offerto dalla Formazione permanente del Clero alla scuola del lunedì è entrato nello specifico questa settimana con la relazione di padre Oliviero Savanera, docente alla Facoltà Teologica del Triveneto.

Padre Savanera ha espresso i tratti fondamentali del “Vangelo della Famiglia”, ovvero del messaggio biblico e teologico con cui il cristianesimo viene ad illuminare l’esperienza umana dell’amore sponsale e dell’esperienza matrimoniale. Prima di iniziare, il francescano, docente di Teologia Morale e Pastorale familiare, ha voluto, tuttavia, ricordare che compito pastorale della Chiesa è innanzitutto quello di far emergere, pur nello scenario complesso e a tratti problematico attuale, il bene che c’è, in una fedeltà creativa al Vangelo che, nel riferirsi alla famiglia, superi fissità o stagnazioni disciplinari per un annuncio più gioioso ed efficace.  

Nell’Antico Testamento l’esperienza familiare è luogo privilegiato in cui si può fare esperienza di Dio e del suo amore misericordioso e fedele. I profeti e il Cantico dei Cantici fanno dell’amore nuziale l’icona dell’alleanza tra Dio e il suo popolo. Non si tratta, tuttavia, di un amore idealizzato, ma di un amore concreto, con tutte le sue fatiche, contraddizioni e difficoltà. Un amore che vive di nostalgia e di speranza, rifacendosi al progetto di Dio espresso per l’uomo e la donna nel racconto della Creazione. 

Il Vangelo mette decisamente al centro il tema della fedeltà e dell’indissolubilità del matrimonio, rafforzando ancora di più l’idea che l’esperienza sponsale è chiamata ad essere icona e manifestazione dell’amore tenero e totale di Dio per l’umanità, rivelatosi compiutamente in Cristo e nel suo dono d’amore sulla croce. 

La famiglia nella Scrittura è dunque presentata come luogo della solidarietà tra uomo e donna; luogo di trasmissione della fede in Dio e nel suo amore; esperienza in relazione e finalizzata alla crescita del Regno di Dio tra gli uomini. Proprio dalla riscoperta di tali elementi biblici, il Concilio Vaticano II ha maturato la visione del matrimonio non più come semplice contratto finalizzato primariamente alla procreazione, ma come patto, come comunità di amore indirizzata al bene dei coniugi e allo loro crescita umana e spirituale.

In conclusione, padre Savanera, ha proposto dunque tre piste di riflessione teologica. Innanzitutto la possibilità di rileggere e ripresentare tutto il messaggio cristiano in chiave sponsale. Questa prospettiva permetterebbe, tra l’altro di superare la deriva romantica dell’amore di coppia, presentando il matrimonio anche come progetto da realizzare e vocazione cui rispondere e non solo come sentimento. In secondo luogo meriterebbe maggiore attenzione l’urgenza di ricomporre eros e agape, superando tanto le scissioni del passato c(he avevano opposto totalmente materia e spirito), quanto le visioni troppo permissive e ingenue del tempo presente. Riguardo a tale ricomposizione uno spunto interessante era stato dato da papa Benedetto nella Deus caritas est ove si parlava di una inscindibile reversibilità dell’amore erotico in quello agapico. Infine, un terzo passaggio fondamentale, consiste nell’iniziare a considerare la famiglia come soggetto e non solo come oggetto della cura pastorale della Chiesa.

Proprio a quest’ultimo tema sarà dedicato l’incontro di lunedì 23 febbraio “Educare in famiglia e alla famiglia”. Relatrice la dottoressa Paola Milani. Appuntamento come sempre alle 9.15 al Centro Onisto.

Don Alessio Graziani

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