Padre Anastasio Hartman

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Padre Egidio Picucci ci racconta la storia di Padre Anastasio Hartman, cappuccino svizzero, nato nel 1803, missionario in India, ricordato per la sua grande umanità, le sue doti diplomatiche, la sua profonda spiritualità; il racconto della sua vita è anche l’occasione per aprire uno spaccato sulla difficile realtà delle missioni nel grande Paese asiatico nell’800: milioni di persone, poche migliaia di cattolici, un esiguo numero di missionari ed una estrema povertà.

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Anastasio Hartmann, servo di Dio, nacque nel villaggio d’Altwis presso Hitzkirch, nel cantone di Lucerna, il 24 febbraio 1803, e fatti gli studi ginnasiali a Solothurn, il 17 sett. 1821 entrò nel noviziato dei cappuccini a Baden (Ennetbaden). Emessa la professione lo stesso giorno dell’anno seguente, il 24 sett. 1825 fu ordinato sacerdote. Impegnato subito nel ministero pastorale, per le sue qualità spirituali e intellettuali, nel 1830 venne incaricato della formazione dei giovani, in qualità di maestro dei novizi, di direttore spirituale e di docente di filosofia e teologia a Friburgo e a Solothurn.
Tenuto conto della sua ferma vocazione missionaria, nel settembre 1841 fu inviato al collegio romano di S. Fedele da Sigmaringen per le missioni estere cappuccine, dove restò da alunno e fu promosso professore e vicerettore.
Nel novembre 1843 s’imbarcò per la missione di Agra, nell’Indostan. Dopo piú di un anno di apostolato a Gwalior, il 30 settembre 1845 fu nominato vescovo titolare di Derbe e vicario apostolico del nuovo vicariato di Patna, centro delle conquiste coloniali inglesi nell’estremo nord dell’India. Nell’ottobre 1849 gli fu affidata anche l’amministrazione del vicariato apostolico di Bombay, dove specialmente il territorio di Goa era centro di gravi attriti con il patronato portoghese e focolaio di discordie fra il clero. Con energia e provvide riforme cercò di ristabilire la pace e l’unità nello spirito di Cristo e nell’obbedienza alla Chiesa. Nel marzo 1854, in seguito alla divisione del vicariato, divenne vicario apostolico di Bombay con annessa l’amministrazione di quello di Poona.
Nel 1856, seriamente malato di amebiasi, ritornò in Europa per rimettersi in salute e trattare i problemi riguardanti le missioni cattoliche in India. Dopo di che, il 12 agosto 1858, fu nominato procuratore interino delle missioni cappuccine e rettore del collegio romano di S. Fedele, e lavorò per riorganizzare l’attività missionaria dell’Ordine, giovando con il suo consiglio anche alla Congregazione di Propaganda Fide. Il 24 gennaio 1860 la Santa Sede gli affidò di nuovo il vicariato apostolico di Patna, dove rimase fino alla morte, causata dal colera e avvenuta a Coorjee presso Patna il 24 apr. 1866. Dal 1920 il suo corpo riposa nella cattedrale di Allahabad.
Il vescovo Hartmann, uomo di azione e di pensiero, di preghiera e di studio, rimane una delle figure piú eminenti e complete tra i missionari dell’India. Testimoniano la sua alacre intraprendenza e capacità organizzativa: la erezione di chiese, di istituti assistenziali e scolastici, la costante preoccupazione per la formazione integrale e specifica dei missionari, la resistenza alle opposizioni settarie e il tatto diplomatico nel trattare con le autorità civili britanniche. Nondimeno, con il prestigio della sua persona e della sua parola, difese la natura del matrimonio cristiano, i diritti delle scuole cattoliche e degli indigeni cristiani; provvide all’assistenza religiosa delle famiglie e soldati irlandesi cattolici dell’esercito inglese. Nel 1850 fondò il giornale “The Bombay Catholic Examinet”, tuttora in vita.
Fonti primarie della spiritualità e dell’azione di mons. H. sono la sua autobiografia (Die Autobiographie des Dieners Gottes A.H., a cura di A. Jann, Ingenbohl 1917) e la vasta raccolta epistolare e documentaria, in cinque grossi volumi, dal titolo Monumenta Anastasiana, compilata ed edita dallo stesso A. Jann (Lucerna 1939-48). Meritevoli di considerazione, tra le altre opere dell’H., sono: Masi’bi Tdlfm, seu Catechismus hindostanus, Bombay 1852, edito piú volte; Calendarium ecclesiasticum in usum missionariorum O.F.M.Cap. quadraginta annos (1860-1900) complectens, Roma 1859; la traduzione del Nuovo Testamento in indú, Patna 1864, Sardhana 1879; Psychologia arti pastorali applicata, in Analecta O.F.M.Cap., XXIII (1907), pp. 19-27, 55-59, 115-118 (nuova ed., Innsbruck 1914; trad. it., Asmara 1926); Institutiones theologiae pastoralis usui FF. Mm. Capuccinorum accommodatae, a cura di A. Jann, Assisi 1932.
Il processo ordinario informativo, iniziato nel 1906 nella diocesi di Allahabad, fu aperto presso la Congregazione dei Riti il 29 dicembre 1909; ad esso seguirono i processi sulla fama di santità, sul “non cultu” e sugli scritti. Il 5 gennaio 1976 la causa fu affidata all’ufficio agiografico della S. Congregazione per le Cause dei Santi; attualmente anche la Positio sull’introduzione della causa e sulle virtú è completata. Il giorno 21 dicembre 1998 è stato promulgato il decreto sulle virtú eroiche.