Commento al Vangelo del 16 settembre 2018 – Giuseppe Di Stefano

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Un punto di domanda deposto nel cuore dell’uomo

Ed egli (Gesù) domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?».
Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo».
E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
(Mc 8, 27-35)

Il brano evangelico che la liturgia ci propone è al centro del Vangelo di Marco e fa da cerniera tra le due parti dell’intera narrazione. Proprio a Cesarea di Filippo, il territorio più lontano raggiunto da Gesù nel suo cammino, il Rabbì viene riconosciuto come il Cristo; sulla croce (Mc 15, 39), il luogo più lontano da tutte le aspettative religiose, viene riconosciuto dal centurione pagano come il Figlio di Dio.
La duplice, pungente domanda con cui si apre questo brano non è un segno di squilibrio del rabbi di Nazareth. Lui sa benissimo chi è. Siamo noi che dobbiamo chiarirci le idee…

Fino a Cesarea di Filippo i discepoli hanno seguito Gesù incantati dalla sua Parola così diversa da quella degli altri maestri, i suoi miracoli hanno lasciato tutti a bocca aperta, il suo modo di parlare del Padre ha rivelato un’intimità inaudita con Dio, la sua attenzione e simpatia verso i poveri, gli ammalati, gli esclusi ha capovolto gli schemi religiosi del tempo. Ma ora Gesù inizia a girare le carte in tavola, vuole fare il punto della situazione con i suoi discepoli. E con noi.
«La gente chi dice che io sia?» (v. 27).

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Facile! Giovanni Battista, Ella o qualcuno dei profeti… Tutti hanno capito la grandezza di Gesù, ma la riducono a qualcosa di già noto e conosciuto, non riescono a cogliere la sua novità. Succede spesso anche a noi di dare per scontato, di pretendere di sapere già, e ci chiudiamo in una fede stanca e ripetitiva. Ma Gesù non si accontenta del parere della folla, ora vuole arrivare anche a loro, ai discepoli. E a noi.
«Ma voi, chi dite che io sia?» (v. 29).

Qui si gioca tutto. Questa è la domanda fondamentale del Vangelo. Per noi che ci diciamo cristiani, questa è la domanda decisiva da cui dipende tutta la verità del nostro modo di vivere la fede. Non basta, per essere cristiani, aver ricevuto il battesimo, appartenere a una chiesa, praticare una religione o una morale che comunemente vengono definite cristiane, ma occorre che ci sia questo momento di interrogazione, nel segno della più radicale sincerità, sulla figura di Cristo. Forse per qualcuno, dopo tanti anni di pratica cristiana, potrebbe essere la prima volta: «Chi è Gesù per me?».

Non ci sarebbe da meravigliarsi troppo, se anche i discepoli, che credevano di conoscere Gesù, si sono sentiti provocare da una domanda che forse non avevano né previsto né, tanto meno, affrontato prima di quel giorno.
Che cosa saremo capaci di rispondere? Non dobbiamo sentirci mortificati se immediatamente non riusciamo a trovare la risposta che vorremmo. Già il mistero di una persona è talmente grande che sempre sfugge a ogni tentativo di definizione. Il mistero di Cristo poi, per la profondità della sua origine divina, va al di là delle nostre possibilità di comprensione. Ciò che conta è macerare dentro la domanda, confessare umilmente la propria inadeguatezza e al tempo stesso affidare alla preghiera il desiderio di capire, di approfondire, di saper delineare con maggior nitidezza i tratti fondamentali della figura di Gesù.

Nessuno deve pensare che basti ricorrere al repertorio di immagini e di risposte che ci vengono dalle professioni di fede ufficiali o dalla tradizione teologica, ma deve mettere in gioco se stesso, la sua sensibilità, la sua immaginazione, il suo cuore, in un faccia a faccia che riproduca quello che è avvenuto tra Gesù e i discepoli. E una volta che si arrivi a dare una risposta, bisogna mettersi nuovamente in cammino per approfondirla così da renderla, se fosse possibile, più vera, o se si vuole, meno infedele, come un ritratto che da sfuocato ha bisogno di essere messo a fuoco.

«Voi chi dite che io sia? Io non saprò mai chi sia Dio se non dopo aver incontrato Gesù. Dio è Gesù. E quella persona viva, camminatore instancabile, impolverato, profumato di nardo e di amicizia a Betania, il coraggioso che osa toccare i lebbrosi e sfidare chi vuole uccidere l’adultera, il tenero che si commuove per le folle senza pastore e per le belle pietre del tempio, il rabbi che amava i banchetti, il povero che mai è entrato nei palazzi dei potenti, volto di luce e volto di pietra (Is 50,7), inflessibile nella misericordia, che sapeva amare come nessuno, esperto di dolori, uomo dalla vita buona, bella, felice, che passava nel mondo guarendo la vita. Dio è quell’uomo di Nazaret: il nostro Dio Gesù Cristo. Se dovessi dire qualcosa di Dio, potrei dire soltanto: Dio è Gesù, è quel modo di vivere, quel modo di morire, quel modo di risorgere» (Ermes Ronchi).

FONTE

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 16 Settembre 2018 anche qui.

Tu sei il Cristo… Il Figlio dell’uomo deve molto soffrire.

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 8, 27-35
 
27Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». 28Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». 29Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». 30E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
31E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. 32Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. 33Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
34Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 35Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 16 – 22 Settembre 2018
  • Tempo Ordinario XXIV
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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