p. Giancarlo Bruni – Diventare ciĆ² che si mangia

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PADRE GIANCARLO BRUNIĀ  – PARROCCHIA SANTI FIORENTINI – 27 NOVEMBRE 2019

Eucarestia ā€œFonte e culmineā€ della Vita della Chiesa:
La Chiesa che genera lā€™Eucarestia ĆØ generata dallā€™Eucarestia.

Di seguito il link al file Word e la trascrizione dell’incontro.

LA LITURGIA

Dove collochiamo la liturgia nella esperienza della vita cristiana?

La vita cristiana intesa come esperienza del Cristianesimo, puĆ² essere riassunta in tre parole: ANNUNCIO, PREGHIERA, TESTIMONIANZA cioĆØ vita. Tutte e tre insieme.

Ā Lā€™esperienza, cosƬ come trattata dalla Bibbia, consiste in questo: lā€™amore di Dio incondizionato in GesĆ¹ Cristo. Questo ĆØ il Cristianesimo: Dio in GesĆ¹ Cristo si rivela come amore incondizionato allā€™uomo. Buono e cattivo, giusto e ingiusto, ebreo, greco, latino, bianco, nero, di ogni cultura e di ogni latitudine. Eā€™ il Padre di tutti.

Questo evento, lā€™amore di Dio in GesĆ¹ Cristo per tutti, in maniera libera gratuita, incondizionata, questo ANNUNCIO (1Ā° aspetto) ĆØ un annuncio che poi viene PREGATO. Dinanzi al fatto che Dio ci ama cosƬ la nostra prima risposta ĆØ il GRAZIE e il grazie ĆØ la PREGHIERA. Lā€™Eucarestia ĆØ ā€œrendimento di grazieā€: rendiamo grazie perchĆ© Dio in GesĆ¹ ci ama al punto da perdonarci, al punto dal parlarci (la liturgia del perdono, la liturgia della parola), al punto da continuare a spezzarsi per noi (prese il pane e lo spezzĆ²). Dinanzi a questo amore di Dio per noi, la nostra prima risposta ĆØ GRAZIE: dopo che alla messa abbiamo ricevuto il perdono cantiamo il GLORIA. Dopo che abbiamo ascoltato la prima lettura diciamo ā€œRENDIAMO GRAZIE A DIOā€, dopo che abbiamo ascoltato il Vangelo rispondiamo ā€œlode a te o Cristoā€. Prima di spezzare il pane ā€œrendiamo grazie a Dioā€.

Lā€™esperienza cristiana ĆØ questa: in principio cā€™ĆØ lā€™amore incondizionato di Dio, in mezzo cā€™ĆØ il ringraziamento a Dio, a conclusione cā€™ĆØ il vivere alla luce dellā€™amore di Dio, ā€œamate gli altri come io ho amato voiā€.

Guardiamo lā€™esperienza cristiana partendo dallā€™ esperienza ebraica riportando un detto di Simeone il Giusto, un sommo sacerdote di Gerusalemme del III sec o II sec a. C: ā€œil mondo poggia su tre colonne: lo studio dellā€™atorĆ , cioĆØ della legge, la avodĆ , cioĆØ il culto e la preghiera, e le opere di misericordiaā€.

Eā€™ stato poi ripreso dalla tradizione cristiana in questa triade: FEDE, la legge del credere, PREGHIERA, la legge del pregare, PRATICA, la legge del vivere.

Allora dobbiamo chiederci: LA PREGHIERA, LA LITURGIA, DOVE STA? Sta in mezzo fra lā€™ascolto della ā€œbuona notiziaā€ e il vissuto della ā€œbuona notiziaā€.

  • In principio vi ĆØ Lā€™ASCOLTO, lā€™ascolto della ā€œbuona notiziaā€, la vita ha un senso quando ĆØ vita amata dal Padre per il Figlio nello Spirito, resa vita capace di amare. Questo ĆØ il punto di partenza.
  • Questa Fede che Dio in GesĆ¹ ci ama, questa fede diventa una FEDE PREGATA, lo ringrazio e lo lodo,
  • poi diventa una FEDE VISSUTA.
  • Questo ĆØ importante perchĆ© il solo credere, senza ringraziare, il lodare, invocare e intercedere, il solo credere senza preghiera e senza testimonianza nella vita, riduce il Cristianesimo a dottrina, a semplice conoscenza.
  • Il ridurre il Cristianesimo a sola preghiera senza conoscenza, a solo liturgia, senza conoscenza e senza pratica, ĆØ ridurlo a magia. I riti diventano riti magici.
  • Il ridurre il Cristianesimo a solo comportamento, senza preghiera e senza fede, lo riduce a una filosofia di comportamento pratico.

Allora la nostra esperienza cristiana poggia su questi tre elementi: IL SIā€™ ALLA PAROLA ASCOLTATA, IL SIā€™ A RINGRAZIARE PER QUESTA PAROLA ASCOLTATA, IL SIā€™ A METTERE IN PRATICA LA PAROLA ASCOLTATA.

Dobbiamo far armonizzare queste cose: LA PAROLA ASCOLTATA, LA PAROLA PREGATA, LA PAROLA VISSUTA.

Allora la liturgia sta in mezzo. Anche la domenica quando si va in chiesa: ā€œvenite, ascoltate, ringraziate, andate, andate a vivere nella piazza, nella compagnia degli uomini quello che avete celebrato e ascoltatoā€.

Eā€™ importante capire cosa ĆØ questo momento della liturgia, capirne la struttura e le dimensioni costitutive: cosa costituisce il momento rituale? Quando facciamo un battesimo, celebriamo un matrimonio, quando celebriamo lā€™eucarestia. Cosā€™ĆØ la liturgia?

La parola liturgia vuol dire AZIONE DI POPOLO, infatti la facciamo insieme.

GLI ELEMENTI COSTITUTIVI DELLA LITURGIA SONO 3:

  1. LA LITURGIA Eā€™ UN EVENTO CHE CELEBRA UNA STORIA: nella liturgia celebriamo la storia della Salvezza, dal suo inizio alla sua consumazione. La liturgia ĆØ la celebrazione ringraziata e lodata della storia dellā€™amore di Dio per lā€™umanitĆ . Questa storia di amore ĆØ esemplificata nella storia di amore di Dio per Israele (Antico Testamento, prima lettura), nella celebrazione della storia di amore di Dio per lā€™umanitĆ  intera, amore espresso nellā€™amore verso la rappresentanza dellā€™umanitĆ  che ĆØ la Chiesa. La liturgia ĆØ il momento in cui celebriamo una storia. Il come Dio ha amato Israele, il come Dio ha amato lā€™umanitĆ  e il come Dio ama la Chiesa.

Nel Battesimo, la ama al punto da immergere quella creatura e in quella creatura Dio ama in GesĆ¹ lā€™umanitĆ  al punto tale da immergerla nel suo amore. Ti battezzo vuol dire ā€œTi immergo nellā€™amore del Padreā€, ā€œti sommergo, nella grazia del Figlioā€: il Padre ti ama e nel Figlio ti fa grazia. Immerso nella comunione dello Spirito Santo. Allora accade che in quellā€™atto di celebrazione, in quellā€™atto di popolo che ĆØ il battesimo, la comunitĆ  celebra la passione dā€™amore del Padre verso quella creatura sin dal concepimento. Il Padre ama quella creatura e il battesimo rivela e immerge in questo amore: piccola creatura sappi che sei unā€™amata dal Padre, sei una creatura graziata dal Figlio, sei una creatura resa capace dallo Spirito di comunione, quindi sei resa una figlia amata, inviata alla terra per amarla, amata per sempre. Eā€™ il dono che i genitori e la comunitĆ  fanno al piccolo. I genitori che hanno deciso di dare al mondo un figlio, non gli hanno chiesto prima il permesso, per cui il figlio ĆØ un evento di amore che precede il suo sƬ e il suo no a quellā€™ evento di amore. I genitori lo immergono in ciĆ² che loro credono, in questo evento di amore. Eā€™ un gesto fatto da tutta la comunitĆ . Ecco allora che cosa narra la liturgia eucaristica: il suo culmine ĆØ ā€œprese il pane e lo spezzĆ²ā€¦ā€, la comunitĆ  insieme celebra un evento storico, che ĆØ quello della crocifissione di GesĆ¹, ma questa ĆØ il culmine dellā€™amore di Dio per lā€™uomo. Ti ho amato fino a morirne. Tu mi hai ferito a morte, io in cambio ti consegno il bacio del mio amore. Questo ĆØ il Cristianesimo: scandalo e follia. Quindi nella liturgia noi celebriamo storia. La storia della passione dā€™amore del Padre per il Figlio nello Spirito. Quindi quando ci chiedono dove andiamo: vado a messa, vado a cena invitato dal mio Signore. Cosa fate a cena? La prima cosa che facciamo ĆØ ricordiamo le meraviglie che Dio ha fatto per noi: ha liberato i miei padri dalla schiavitĆ¹, mi ha amato fino a morirne, ci ha amati fino a risorgere per noi. Quindi la domenica si va a celebrare insieme lā€™amore di Dio per noi, che ĆØ un amore concretizzato in fatti storici. Lo leggiamo in tutta la Bibbia: lā€™Esodo, i Profeti sono un dono dellā€™amore di Dio, come i Sapienzali, i Sapienti. La pienezza ĆØ GesĆ¹ Cristo. Ci prendiamo del tempo per ricordare come ci ha amati e come ci ama, ā€œfate questo in memoria di meā€: quando facciamo questo noi lo annunciamo. Capire la liturgia ĆØ capire il Cristianesimo. Quindi la materia della celebrazione della liturgia ĆØ la storia dellā€™amore di Dio per noi

  1. La LITURGIA HA POI UNA COMPONENTE COMUNITARIA: il soggetto celebrante ĆØ sempre il NOI ASSEMBLEARE. Notiamo come dopo la consacrazione le preghiere sono tutte al plurale, ā€œnoi facciamo memoriaā€, ā€œnoi ti preghiamoā€. La liturgia ĆØ il NOI COMUNITARIO, il noi assembleare, che celebra, la domenica ad esempio, il perdono di Dio, la Parola di Dio, il gesto grande di Dio che ĆØ lo spezzare il pane, il comunicarsi di Dio, ĆØ amore. Ed ĆØ una celebrazione comunitaria, fatta da quella puntuale comunitĆ , in quel luogo, in quel tempo. Quando ci raduniamo per la liturgia lo facciamo in un preciso luogo e in un preciso tempo, come ASSEMBLEA CONVOCATA. Con una precisazione: in quel frammento che siamo noi quando celebriamo, in noi cā€™ĆØ il TUTTO. Qual ĆØ il numero canonico? ā€œdove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sarĆ² con loroā€¦ā€. Dunque basta essere in due o tre e in ogni caso anche quei due o tre rappresentano tutto il luogo, quei pochi rappresentano tutte le chiese, rappresentano tutta lā€™umanitĆ , tutto il Creato. E cā€™ĆØ anche la chiesa celeste. La piccola comunitĆ  ĆØ il frammento del tutto.

Quando sentiamo dire che oggi non si prega piĆ¹, fermiamoci e chiediamoci: oggi in questo luogo, ogni domenica in questo luogo, cā€™ĆØ chi dice un Padre Nostro, cā€™ĆØ chi partecipa la domenica a una celebrazione? Ecco se cā€™ĆØ almeno qualcuno, vuol dire che hanno pregato tutti. Avere questa coscienza ĆØ riscoprire qui la nostra cattolicitĆ  che vuol dire universalitĆ . Allora leggiamoci come il riassunto di tutta lā€™umanitĆ  e di tutta la Creazione. Non cā€™ĆØ creatura umana e non cā€™ĆØ fiore che non abbia pregato quando noi diciamo GRAZIE, quando diciamo LODE A TE, ABBI PIETAā€™ DI NOI. Siamo il FRAMMENTO ORANTE DEL TUTTO. Oggi non voglio privare lā€™umanitĆ , non voglio privare la mia cittĆ , del grazie, di lode e dellā€™ā€abbi pietĆ  di noiā€. In questo modo diventiamo cosmici, universali. Ci ĆØ mai venuto in mente che il nostro corpo ĆØ la sintesi del mondo? Che il nostro cuore ĆØ il cuore del mondo? E quando prega, prega a nome di tutto il mondo? Ecco allora questa dimensione comunitaria che deve risvegliare la coscienza. Il problema oggi ĆØ che in tutta mitezza e umiltĆ  dobbiamo capire che quando si va alla liturgia, si va a compiere insieme unā€™opera comunitaria, INSIEME, una sola voce e un solo cuore. Siamo lƬ a ringraziare Dio per le sue opere, a lodarlo e a invocare pietĆ , tutti insieme. Eā€™ importante capire le scritture e capire quello che stiamo celebrando, capire i segni come i colori della liturgia e il significato di tutte le parti della chiesa come lā€™ambone, lā€™altare, il fonte battesimale che di solito ĆØ allā€™ingresso: si parte dal fonte battesimale e si va insieme allā€™altare della celebrazione. Il fonte battesimale ci dice ā€œfigli, a tavolaā€. Quindi capire quello che stiamo facendo.

LƬ avviene il grande evento: Dio ci ama da perdonarci, Dio ci ama da illuminarci, Dio ci ama da raccontarci, da annunciarci che ci ama fino a spezzarsi per noi e versare il sangue per noi, fino a risorgere per noi. La comunitĆ  celebra questo. Perdere la liturgia significa perdere la memoria del Cristianesimo. CELEBRAZIONE COMUNITARIA DI UNA STORIA DI AMORE CHE Eā€™ ANCHE STORIA MISTERICA, MISTERO, cioĆØ ciĆ² che ĆØ segreto viene svelato e viene donato.

  1. LITURGIA COME EVENTO MISTERICO: ciĆ² che ĆØ segreto viene svelato e viene donato: celebro lā€™amore di Dio e insieme un amore che viene donato. Nella liturgia del perdono, il perdono viene donato. Nella liturgia della Parola, la luce che emana dalla Parola viene donata. Nella liturgia propriamente eucaristica dello spezzare il pane quellā€™amore viene donato.

Ā In quella comunione che faccio, il Tu che mi ama viene accolto nel mio profondo e mi trasforma nel cuore. La liturgia ĆØ unā€™opera di illuminazione e di trasformazione. A voler dire, rimanendo legati allā€™eucarestia: diventa simile a colui che mangi, diventa un perdonato che sa perdonare, un illuminato che sa illuminare, un amato che sa amare fino alla dedizione incondizionata di sĆ©. Noi diciamo grazie e Lui ci dice ā€œandateā€ e vivete questo nella compagnia degli uomini. Siate ā€œlā€™altrimentiā€ nella storia, siate diversi, non omologatevi alla mentalitĆ  di questo mondo. Siate liberi, perchĆ© la veritĆ  vi farĆ  liberi, liberi di perdonare, liberi di dire parole di sapienza, liberi di amare, liberi dal dare alla morte lā€™ultima parola. Ecco allora il legame: EVENTO-RINGRAZIAMENTO-VITA. Eā€™ qui che nella liturgia accade questo fenomeno: Lā€™ACQUA ATTESA DIVENTA ACQUA PRESENTE E DONATA. Lā€™ACQUA ATTESA, NELLA NOSTRA ESPERIENZA CRISTIANA, ƈ IL CRISTO E DIVENTA POI ACQUA VENUTA NEL SUO TEMPO STORICO E DIVENTA ACQUA CHE CONTINUA A VENIRE, A DISSETARE IL NOSTRO BISOGNO DI PERDONO, DI SAPIENZA, DI AMORE, DI VITA E VIENE NASCOSTO NELLA LITURGIA.

Cā€™ĆØ il LEGGIO, Cā€™Eā€™ Lā€™ALTARE, Cā€™Eā€™ Lā€™ICONA: questi tre elementi vanno messi insieme: lā€™ortodossia insiste sullā€™ icona, il protestantesimo insiste sul leggio, il cattolicesimo insiste sullā€™altare, ma in realtĆ  i tre momenti vanno messi insieme: Lā€™ACQUA ATTESA Eā€™ Lā€™ACQUA VISTA CON GLI OCCHI (ICONA), Lā€™ACQUA VISTA CON GLI OCCHI Eā€™ Lā€™ACQUA ASCOLTATA CON Lā€™ORECCHIO (IL LEGGIO), Lā€™ACQUA VISTA E ASCOLTATA Eā€™ Lā€™ACQUA BEVUTA, MANGIATA (Lā€™EUCARESTIA).

Il Cristo atteso nella celebrazione eucaristica viene, si fa vedere in unā€™icona, si fa ascoltare in una pagina, si fa mangiare in un pezzo di pane, si fa bere in un calice di vino, VIENE.

La COMUNITAā€™ Eā€™ IL LUOGO CHE ACCOGLIE IL VENIENTE, nella liturgia. Quindi noi ANDIAMO A CENA PERCHEā€™ UN AMICO CHE VIENE DA LONTANO CI HA INVITATO. Si chiama GesĆ¹ il Risorto, viene nascosto in unā€™icona, in una pagina, in un pezzo di pane. Si consegna alla nostra vista, al nostro udito, alla nostra bocca, al nostro cuore. La comunitĆ  ĆØ quella porzione di umanitĆ  che in un quartiere, in una cittĆ , ĆØ quella porzione dellā€™accoglienza del veniente, che viene a trasformare la nostra mente, il nostro cuore, la nostra vita.

Questo riguarda tutti i problemi che abbiamo nella societĆ : riguardo al problema della immigrazione, ĆØ assurdo dire sto con o contro Salvini, DOBBIAMO STARE CON IL VANGELO. Allora bisogna conoscere il Vangelo: io nella vita umana devo essere testimone del pensiero di GesĆ¹, del sentimento di GesĆ¹ e del suo comportamento. Nel mezzo allā€™individualismo sfrenato, dove lā€™altro non ĆØ piĆ¹ visto, noi siamo quelli invitati a essere fratelli e sorelle che vedono lā€™altro a partire dai piĆ¹ bisognosi.

Eā€™ qui che dovremmo riscoprire la preghiera di intercessione, che poi diventa aiuto. Nei primi secoli del Cristianesimo cā€™erano dei padri che si raccomandavano di non pregare mai per i malati, per i poveri, per i peccatori del vostro quartiere. PerchĆ©?? PerchĆ© se preghiamo Dio ci prende sul serio e decide di intervenire, ma sappiamo attraverso chi? Attraverso di noi!!

Ecco che la liturgia sveglia anche la coscienza ā€œero povero, ero affamatoā€¦e mi avete visitato e ospitatoā€¦ā€ Ecco come nasce la comunitĆ . Nasce la comunitĆ  in quel luogo ad esempio dalla celebrazione eucaristica nasce la comunitĆ  il cui nome ĆØ ā€œlā€™insieme dei perdonati che sanno perdonareā€. Dei sapienti che sanno vivere con sapienza, degli amati che sanno amare, della gente che spera la resurrezione e che questo poi lo traducono in pratica stando attenti a quello che era lā€™ideale delle comunitĆ  cristiane primitive: fra di loro non cā€™erano miseri, sapevano vedere i bisogni e la loro gioia era che nel posto dove vivevano potessero contribuire a che la parola della sapienza e la parola del pane pane, non mancasse dalla tavola degli uomini.

ECCO ALLORA che Lā€™ACQUA ATTESA VIENE E TRASFORMA.

Se leggiamo attentamente i testi liturgici ci rendiamo conto che hanno proprio questa struttura. Il Padre per mezzo del Figlio dona lo Spirito e lo Spirito genera la comunitĆ  conforme alla TrinitĆ , ecco lā€™icona della TrinitĆ : unita e distinta nellā€™amore e nella reciprocitĆ , unita nello stesso dire Padre, Figlio, Spirito Santo, unita nel comandamento dellā€™amore, nella speranza della vita eterna. Lā€™unitĆ  di Fede: il Padre, il Figlio e lo Spirito ci amano, lā€™unitĆ  di caritĆ  ci dicono ā€œamatevi come noi vi amiamoā€, Lā€™UNITAā€™ DI SPERANZA, la vita eterna.

Ecco il nostro ā€œaltrimentiā€ nella compagnia degli uomini. Non priviamoli di questo. Eā€™ la liturgia che ci ricorda questo e che crea questo.

Per cui LA LITURGIA ƈ IL CULMINE DELLA VITA CRISTIANA, il Padre per il Figlio nello Spirito creano lā€™umanitĆ  conforme alla TrinitĆ , unita e distinta nellā€™amore che ĆØ anche la fonte della vita cristiana. Cosa accade allora quando andiamo alla liturgia? RISALIAMO ALLE SORGENTI, LA LITURGIA ƈ UN MOMENTO IN CUI AVVIENE Lā€™INCONTRO: il Padre per il Figlio nello Spirito fa il suo tragitto e si rende presente, come perdono, come parola, come pane, come vita. Noi facciamo il nostro tragitto e ci rendiamo presenti a bere e mangiare perdono, parola, amore e vita.

Quindi dobbiamo scoprire anche il linguaggio: a chi incontriamo possiamo dire che andiamo a mangiare amore. Se ci prendono per matti ĆØ buon segno.

Eā€™ la fonte, andiamo alla sorgente della nostra illuminazione e della nostra trasfigurazione.

La celebrazione ha il suo grande momento della domenica, il giorno della festa, il giorno della gioia, in cui lā€™otium finalmente prevale sul negotium. Anticamente pensare allā€™ā€otiumā€ voleva dire che la vita non ĆØ solo ā€œnegotiumā€, non ĆØ solo affari, si deve capire che cā€™ĆØ una interruzione da fare. A un certo punto smetto di fare i miei affari e entro nellā€™ambito del riposo, del gratuito, in cui fratelli e sorelle escono dai loro affari e si ritrovano insieme, liberamente, gratuitamente e gioiosamente, per far memoria di ciĆ² che conta, per celebrare ciĆ² che conta e per annunciare ciĆ² che conta. Il permanente ĆØ lā€™essere figli amati da sempre, per sempre.

Ma anche il nostro ā€œnegotiumā€ sia un fatto dā€™amore: se dobbiamo costruire un ponte facciamolo con amore, con i materiali giusti e controlliamo bene. CioĆØ tutto questo ha a che fare con la nostra vita sociale, per cui qualunque cosa facciamo di lavoro portiamoci lā€™amore e stiamo sempre attenti ai piĆ¹ bisognosi.

Ā 

Lā€™otium dunque ĆØ il momento in cui facciamo memoria di quello che ha da dirci, per annunciare ciĆ² che ci dice e vivere alla luce della sua parola: si va alla fonte, si beve e si ritorna alla piazza, settimanalmente.

Ā 

E vivendo poi bene anche Lā€™ANNO LITURGICO. Allora questa storia dā€™amore che celebriamo, la liturgia ĆØ la Bibbia celebrata, la leggo anche. Come leggiamo la nostra vita e i nostri amori, la leggiamo.

In ogni storia cā€™ĆØ il tempo per lā€™attesa, Lā€™AVVENTO. Chi aspettiamo? Il tempo liturgico dellā€™avvento ci pone queste domande, chi aspettiamo?? Aspettiamo Colui che ĆØ venuto nella debolezza della carne, lo aspettiamo come veniente oggi, nascosto in una pagina, in una icona, in un pane, nel volto di un povero. Aspetto un amico che ĆØ giĆ  venuto e che continua a venire e aspetto di vedere il suo volto faccia a faccia.

La domanda che dobbiamo farci: aspettiamo ancora qualcuno? Qualcosa? Quando in una casa non si aspetta piĆ¹ nessuno, in quella casa subentra il disordine. Quando in una chiesa, in una comunitĆ  non si aspetta piĆ¹ nessuno nasce il disordine, facciamo le cose tanto per farle.

Chi aspettiamo?? Il Natale ci dice che quello che aspettavamo e che chiamiamo Dio, viene a noi nella forma di un bambino, in maniera che nessuno abbia paura. PuĆ² far paura un bambino appena nato?

Ā 

Nel tempo di QUARESIMA a che tempo ci prepariamo? Ci prepariamo allā€™evento decisivo mai apparso sotto il sole. La Pasqua ĆØ la narrazione che Dio piĆ¹ di cosƬ non puĆ² amare.

Quel bambino ĆØ la tua lavanda dei piedi (giovedƬ santo), ĆØ un pezzo di pane, nel venerdƬ santo quel bambino ĆØ un crocifisso e da quella ferita esce solo amore. NĆ© rabbia, nĆ© rancore, ne odio, nĆ© risentimento. Nel sabato santo quel bambino scende agli inferi a condividere la condizione umana della sepoltura, ma agli Inferi scende, incontra la morte, vince la morte e libera dalla morte. Ecco la domenica di Resurrezione.

PENTECOSTE: quel Risorto ci dona lo Spirito. Spirito vuol dire SOFFIO, soffia su di noi lo Spirito, soffiare vuol dire dare vita. Soffia su di noi il suo Spirito, ci dĆ  vita. Quel soffio ĆØ Santo, ci dĆ  vita Santa e la vita santa consiste in questo: ĆØ una vita cristiforme, il Santo ĆØ chi la pensa, la sente, la dice e la vive come GesĆ¹.

Ā 

LA TERRA CHE COSA SI ASPETTA DA NOI? La novitĆ , lā€™uomo nuovo, la vita nuova, deposto lā€™uomo vecchio. Pasqua, Pentecoste, richiamano allora al fonte battesimale. IN FONDO A QUELLE ACQUE, MUORE Lā€™UOMO VECCHIO, Lā€™UOMO NEMICO, Lā€™UOMO DEL NO A DIO, DEL NO AL CREATO, ALLā€™ALTRO, ALLā€™ETERNO, E NASCE Lā€™UOMO DEL Sƌ, RICONCILIATO CON DIO, CON Lā€™ALTRO, CON IL CREATO E CON Lā€™ETERNO.

Nelle liturgie abbiamo una ICONA sempre presente che ĆØ QUELLA DI MARIA: Maria ci ricorda di diventare come lei CREATURE DEL SIā€™, MARIA Eā€™ STATA IL SIā€™.

DICIAMO SIā€™ AL PADRE CHE CI AMA, AL FIGLIO CHE FA GRAZIA, ALLO SPIRITO CHE CI Eā€™ DATO E NELLO SPIRITO DIVENTEREMO CREATURE NUOVE DEL SIā€™ A DIO, AL CREATO, ALLā€™ALTRO, ALLā€™ETERNO, COME MARIA E I SANTI.

Poi ogni liturgia conclude con ā€œANDATEā€, che le strade, le fabbriche, gli uffici, le scuole, le piazze, aspettano solo di vedere creature diverse, umanissime. Questo compie la liturgia. Negarsi alla liturgia ĆØ negarsi alla sorgente che ci trasforma in nuove creature.