Mons. Nunzio Galantino – L’indifferenza che fa male ai bambini

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Davvero è doloroso e sconcertante constatare che una società come la nostra – che per mille innovazioni e conquiste si ritiene progredita – così spesso non sappia muoversi in difesa dei minori, dei quali porta la responsabilità e che rappresentano il suo futuro. Quanti bambini e ragazzi sono lasciati in balìa di chi li sfrutta per fini economici o bellici, e nelle violenze più oscure della pedofilia e della pornografia infantile!

Qualche giorno fa mi è stata recapitata una lettera nella quale mi si annunciava il tema della XXII Giornata Bambini Vittime della violenza: “Impegno senza sosta”. Nella lettera ho trovato un riferimento ai bambini “vittime dell’indifferenza”. Queste due ultime parole sono raramente accostate perché si ritiene che la sola violenza capace di mietere vittime sia quella che si esercita con la forza o la sopraffazione. Al contrario, anche l’indifferenza fa male, anch’essa è violenta e procura ferite che segnano la vita delle persone e che diventano tanto più profonde quanto più si è deboli, come lo sono i piccoli.

È un’indifferenza che nasce e si nasconde in mille compromessi, nelle furbizie e nelle scorciatoie giustificate dal tentativo di evitare l’impegno e la fatica. Anche se sembrano senza effetto, i piccoli e grandi gesti di egoismo, frutto dell’indifferenza, generano il peccato sociale dell’abbandono di migliaia di minori a loro stessi, o nelle mani di chi approfitta di loro. Convinto della rilevanza di tale impegno, come Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, sto accompagnando il lavoro della nostra Commissione per la tutela dei minori. Tra gli altri – per mettere a punto presto ulteriori linee di prevenzione e formazione da offrire al territorio – in questo lavoro è stata coinvolta la competenza dell’Associazione Meter, fondata quasi trent’anni fa. Essa rappresenta un’importantissima opera di difesa e sostegno dei minori, e contribuisce a sensibilizzare una società distratta e incurante.

In questi anni, Meter ha accresciuto e diversificato i suoi servizi, fino a rappresentare un riferimento per tante persone in difficoltà, oltre che un’occasione di impegno fattivo per chi voglia spendersi per il bene comune a favore dei più indifesi tra i nostri fratelli, i bambini.

È in fondo quello che chiedono la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (1989), i Protocolli e le Dichiarazioni susseguenti. Ma è quanto domanda anche l’ultima Dichiarazione “Child dignity in the digital word” di Roma (2017). In essa si ribadisce che la vita di ogni bambino è unica, importante e preziosa, e ogni bambino ha diritto alla dignità e alla sicurezza. Lo stesso tenore delle ripetute affermazioni di papa Francesco. Questi ha più volte ribadito che l’abuso e la violenza consumati sui bambini è una vergogna per tutti; per la Società e per la Chiesa. Se è possibile, per quest’ultima lo è molto di più. Non esiste un abuso laico e/o religioso: c’è solo la violenza e la negazione della vita dell’innocenza. Con ferite profonde che condizionano per sempre la vita.

Nessuno nega gli sforzi e gli impegni di chi opera in questo ambito. Cosa accade però sui cigli delle strade reali e nei meandri delle vie digitali e del web, nelle periferie abitate da bambini piccoli, deboli e vulnerabili e purtroppo anche da viziosi incalliti?

I Report di Meter sulla pedofilia e pedopornografia impongono una chiara denuncia delle grandi responsabilità da parte di tutti. L’adescamento, l’abuso, la produzione, la diffusione e l’acquisto del materiale della pedofilia e della pedopornografia è un business in crescita, gestito anche dalla criminalità organizzata. È inquietante – avverte don Fortunato Di Noto, fondatore di Meter – il silenzio e la connivenza dei colossi del web e di tanti Paesi che ancora non hanno una legislazione specifica e non collaborano contro questi crimini. Nel 2017 l’Associazione ha segnalato 2.196.470 di foto contro 1.946.898 del 2016. I video, invece, sono quintuplicati: dai 203.047 del 2016 ai

985.006 dell’anno scorso. Le vittime più coinvolte si rilevano nella fascia d’età 8/12 anni (12.120 link, 1.494.252 foto e 836.868 video), seguiti dalla fascia 3/7 anni (4.666 link, 685.610 foto e 140.532 video) e infine 0/2 anni (503 link, 4.292 foto e 4.412 video).

La violenza contro i bambini è invisibile, ma la vede chi ha occhi per saper guardare, andare a  fondo della questione, denunciando questa immane vergogna globale che impone a tutti una responsabilità per operare concretamente senza giustificazioni, divisioni e steccati contro questi aberranti fenomeni.

Le statistiche sono limitate, difficilmente reperibili, frammentarie e a volte non facilmente riscontrabili; ad esempio, circa 150 milioni di bambine e 73 milioni di bambini sotto i 18 anni hanno sperimentato violenza e sfruttamento sessuale (dato Oms) e si stima che 1,2 milioni di bambini ogni anno siano vittime del traffico di esseri umani (dato Ilo riportato da Unicef). Una considerazione: se prendiamo per veri questi numeri e se pensiamo che per ogni bambino (minore) c’è un almeno un corruttore, un predatore sessuale, un pedofilo, un pedopornografo, un violento abbiamo ben 200milioni di sfruttatori e violentatori ogni anno. Inquieta, disorienta questa situazione dei “piccoli da business”, un affare per e della criminalità organizzata.

Troppo silenzio? Troppa distrazione? Poco impegno? Tanti Stati ancora non hanno neanche una legge. In altri vi sono vergognosi tentativi di abbassare per i minori l’età del consenso sessuale per normalizzare una relazione tra adulto e minore. Se non è vergognoso questo!

NUNZIO GALANTINO

Fonte
Il Sole 24 Ore – COMMENTI E INCHIESTE / Testimonianze dai confini – 5 maggio 2018