La Cometa e gli uccelli della notte (fiaba per adulti)

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Quando alla Cometa venne dato il via, era talmente emozionata che per un pelo non balzò fuori dalla sua ellittica. Non era tanto sorpresa per l’applauso dell’immane platea degli astri, quanto gioia per essere la prima forma materiale a dar diretta notizia della Vita al cuore degli uomini. Ma doveva dominarla l’emozione – si disse al primo scarto – soprattutto perché era una Cometa giovane e, come tutte le creature giovani, un po’ distratta.

Percorse quindi il santo tragitto con una concentrazione tale che la sua chioma ne trasse fulgore e la sua coda luminosità effervescente. Ma ad un certo punto si accorse (né poteva essere diversamente – si disse compiaciuta) che ogni ostacolo veniva rimosso al suo passaggio: ogni corpo celeste stava rigorosamente lontano dalla sua orbita, i buchi neri dello spazio si colmavano di colpo e persino i più piccoli asteroidi si scansavano veloci come frecce.

Così la Cometa, fugata ogni ansia, si mise a sognare, cosa che le piaceva immensamente: sognò il sorriso delle genti che avrebbero accolto il suo annuncio, sognò il piccolo-grande re dell’Infinito che avrebbe dato un senso alla vita dell’uomo, sognò l’entusiasmo dei popoli e il loro rinascere.

Era così piacevole sognare bello, che solo all’ultimo momento la Cometa si accorse di aver commesso un’imprudenza: stava andando troppo veloce, e mai e poi mai avrebbe potuto fermarsi sopra la grotta di Betlemme; semmai un migliaio di chilometri più in là.

Preso dal panico, il piccolo astro di polveri gas e ghiaccio non sapeva a che santo votarsi, anche perché di santi in cielo, a quei tempi, non ce n’erano tanti.

Era già entrato nel caldo fiato della terra, aumentando d’intensità luminosa, quando vide palpitare qualcosa nell’aria: un grande uccello che zigzagava in cielo con aria smarrita. Era un maestoso gufo reale che, spinto dalla fame e dalla difficoltà della caccia, si era spinto provvidenzialmente sin lassù. Col misterioso linguaggio che unisce fra loro gli esseri volanti, la Cometa gli chiese aiuto. E, benché stordito dalla luce e dalla insolita richiesta, il gufo lanciò un immediato e potente grido d’allarme e, in men che non si dica, centinaia e centinaia di uccelli notturni accorsero all’appello.

Il grande gufo era davvero uno stratega di prim’ordine: dispose una sorta di rete di volatili davanti al nucleo dell’astro, mentre altre centinaia si afferravano alla sua coda.

Il piano funzionò alla perfezione, come tutte le cose affidate alla natura, e la Cometa, attorniata dai suoi piloti notturni, planò dolcemente sulla grotta senza il minimo ritardo: in quel preciso momento si udì il primo vagito del Bambino.

A frotte arrivarono i pastori, ma nessuno di loro vide la moltitudine di pennuti che, estenuati dall’immane fatica, si riposavano nell’ombra sugli alberi e i dirupi che attorniavano la grotta. Invece le civette, gli allocchi, i barbagianni, i gufi, le strigi si accorsero – con grande sorpresa – di vedere benissimo i pastori, non solo, ma persino i peli delle loro barbe e i pori della loro pelle; e – con sorpresa ancora maggiore – guardandosi l’un l’altro scoprirono che mentre prima i loro occhi erano comuni occhi di uccello (e per questo faticavano tanto nella caccia di notte), adesso la gran luce della Cometa li aveva enormemente dilatati.

È solo da quella notte di Natale, infatti, che gli uccelli notturni hanno grandi occhi capaci di perforare il buio più profondo, resi tali da quella luce stellare che comunque, in paragone alla Luce appena nata, era poco più di un lumicino.

Storia tratta da “Fiabe della Notte Santa” volume 1 di Piero Gribaudi 

Semplici come l’aria e profonde come l’abisso… ecco come si presentano queste 24 fiabe, uscite dalla penna e dalla fantasia viva e delicata di Piero Gribaudi.
Sono fiabe dipinte con arguzia e candida ingenuità, fiabe brevi che portano lontano. Conducono infatti il lettore fino al cuore del Natale, fino a quella grotta di Betlemme che ha accolto l’Amore, fattosi uomo in una Notte Santa… e aiutano a comprendere il Natale con l’animo dei bambini. Effatà Editrice pubblica libri di qualità dal 1995, con lo stesso spirito si occupa di editoria digitale: eBook D.O.C. pensati per chi ama i libri. Il testo di questo eBook è stato completamente riadattato alla lettura digitale con l’aggiunta di link per una rapida navigazione.

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