don Giampaolo Centofanti – Maschile e femminile in Dio

457

È necessario porre molta attenzione nelle analogie tra Dio e l’uomo. Possiamo dunque solo con estrema cautela osservare che anche nella Trinità si riscontrano forse aspetti più maschili e altri più femminili. Il Figliol prodigo di Rembrandt ci mostra un padre che senza perdere nulla della sua mascolinità anzi esaltandola ha dei tratti del cuore “femminili”. Certi brani evangelici mostrano la tenerezza di Gesù verso tanti agnellini e tante pecorelle. È soprattutto lo Spirito che nel suo accogliere, mettere in adeguata comunicazione, unire, in una sua certa passività, sembra manifestare caratteristiche avvicinabili a quelle della donna, per esempio di una mamma.

Così tentando un parallelo con la famiglia umana potremmo forse somigliare il Figlio ai figli. Per altri versi, in altre circostanze, ci si chiede se i figli non siano essi più assimilabili allo Spirito. Con lo stimolo a tenere uniti i genitori, per esempio.

Senza nulla togliere alla compiutezza di Dio possiamo osservare che ha richiesto la collaborazione in particolare di una donna, di Maria, per venire sulla terra e anche per esprimere, per esempio, la Sua maternità. Gesù rivela che chi vede Lui vede il Padre. Ed è Figlio di Maria. Possiamo chiederci perciò se Egli si riferisca al vederlo dentro il tessuto delle sue varie relazioni. Si può invece talora in qualche modo riduttivamente isolare Gesù dalle Sue concrete relazioni e dal Suo modo di viverle. Restando nelle astrattezze. O al contrario si può considerare una Sua pragmatica solidarietà senza coglierne sempre più la grazia divina e umana. Mi paiono spunti sui quali si possa ancora riflettere molto.

Fonte