La comunicazione di Papa Francesco e la riforma della Santa Sede

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Mons. Viganò al Copercom

Il nuovo portale vaticano “sarà la punta dell’iceberg” del “progetto nato dal discernimento della Chiesa universale”, ma “il vero lavoro sarà sotto. Stiamo sviluppando noi il software perché non esiste al momento uno che prende il materiale e permette di utilizzarlo con criteri multimediali”. Lo ha spiegato oggi monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria della comunicazione della Santa Sede, nel suo intervento stamattina, a Roma, al Comitato dei presidenti e delegati del Copercom.

“Noi – ha puntualizzato monsignor Viganò – ci occuperemo del Papa, non di altro, non della politica di Roma. Noi comunicheremo il Papa: tutto il resto non è nostra competenza. Troveremo live il Papa: il live potrà essere solo in audio e in video, avremo podcast, foto”. Molto utile “sarà l’infografica dei viaggi. Quando il Pontefice atterrerà in un aeroporto, si avranno tutte le notizie sul nome dell’aeroporto, dei luoghi dove andrà, oltre ai discorsi”.

I nuovi processi di produzione dei media creeranno un nuovo flusso comunicativo che avrà al centro il pubblico. “User first” è la filosofia al centro di questo processo: “Non dobbiamo continuare a fare le cose perché sono state grandi in passato. Piuttosto, dobbiamo chiederci: c’è qualcuno che le usa? Qualcuno ce lo chiede? La cosa più importante è il nostro pubblico: questa dovrebbe essere la logica”. Oggi, ha avvertito il prefetto della Segreteria della comunicazione, “il mondo cattolico ha bisogno di reimparare la forza profetica, guardando quali servizi offrire, senza salvaguardare sempre le cose”.