Papa Francesco – Visita pastorale alla parrocchia romana «San Pier Damiani»

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VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE FRANCESCO
ALLA PARROCCHIA ROMANA SAN PIER DAMIANI AI MONTI DI SAN PAOLO

Domenica, 21 maggio 2017

Incontro con i bambini

Domande:

Cosa possiamo fare noi bambini per salvare il mondo?

Come ha fatto a capire la sua vocazione sacerdotale?

Cosa possiamo fare per seguire meglio Gesù?

Papa Francesco, ti volevo chiedere che sport praticavi quando avevi la mia età – io ho 11 anni. Mi piacerebbe anche sapere se giocavi a calcio e che ruolo ricoprivi.

Papa Francesco:

E’ una bella domanda!…

Voi avete fatto quella: “Cosa possiamo fare noi per salvare, per aiutare…”. Avete detto “salvare il mondo”. Ma il mondo è grande! Un bambino – pensate, pensate bene prima di rispondere – un ragazzo, un bambino, una ragazza, una bambina, può aiutare per la salvezza del mondo?… Può o non può?

Bambini:

Non può…

Papa Francesco:

Non può far niente?… Voi non contate niente?… Può o non può?

Bambini:

Può!

Papa Francesco:

Ecco! Un po’ più forte, che non sento…

Bambini:

[gridano] Può!

Papa Francesco:

E io vorrei sentire voi, chi di voi è la più brava o il più bravo a rispondere a questa domanda, pensate bene: come io posso aiutare Gesù a salvare il mondo? Come posso io aiutare Gesù a salvare il mondo? Alzate la mano, quelli che vogliono rispondere… Alzi la mano chi vuole rispondere. [qualcuno dice: “Con la preghiera”] Con la preghiera possiamo aiutare Gesù a salvare il mondo? Possiamo o non possiamo?

Bambini:

Possiamo!

Papa Francesco:

Ma cosa succede? Siete tutti addormentati?

Bambini:

No!

Papa Francesco:

Ah, è il sole, è il sole… Il sole fa dormire… Con la preghiera. Benissimo. Un’altra cosa. Tu…

Bambino

Rispettando le persone.

Papa Francesco:

Rispettando le persone. E le persone, vanno rispettate?

Bambini:

Sì!

Papa Francesco:

Papà, mamma, nonno, nonna: vanno rispettati?

Bambini:

Sì!

Papa Francesco:

E le persone che io non conosco, che abitano nel quartiere, vanno rispettate?

Bambini:

Sì!

Papa Francesco:

E le persone che abitano sulla strada, i barboni, vanni rispettati?

Bambini:

Sì!

Papa Francesco:

Sì. Tutti, tutte le persone vanno rispettate. Lo diciamo insieme?

Papa e bambini:

Tutte le persone vanno rispettate!

Papa Francesco

E quello che non mi vuole bene, io devo rispettarlo?

Bambini:

Sì!

Papa Francesco:

Sicuro?

Bambini:

Si!

Papa Francesco:

Ma non sarebbe meglio dargli uno schiaffo?

Bambini:

No!

Papa Francesco:

Davvero?

Bambini:

Sì.

Papa Francesco:

Ecco: anche quello che non mi vuole bene, va rispettato.

Papa e bambini:

Anche quello che non mi vuole bene, va rispettato.

Papa Francesco:

E quello che mi ha fatto del male, una volta, pensate bene a questo: cosa debbo fare? Se una persona mi ha fatto del male, io posso fare del male a lui?

Bambini:

No!

Papa Francesco:

No. Non è bello. Posso telefonare alla mafia perché faccia qualcosa?

Bambini:

No…

Papa Francesco:

Non siete convinti… Si può fare questo?

Bambini:

No!

Papa Francesco:

Si possono fare accordi con la mafia?

Bambini:

No!

Papa Francesco:

No! Anche quelli [che ci fanno del male] vanno rispettati. Avete risposto bene. Vedete con quante cose possiamo aiutare Gesù a salvare il mondo. E questo è bello, è molto bello! E se io ho fatto i compiti a casa e la mamma mi lascia uscire a giocare con le amiche o con gli amici, o a fare una partita, questo è bello?

Bambini:

Sì!

Papa Francesco:

Giocare – pensate bene – giocare, giocare bene, aiuta Gesù a salvare il mondo?

Bambini:

Sì…

Papa Francesco:

Non siete convinti…

Bambini:

Sì!

Papa Francesco:

Sì! Perché la gioia aiuta Gesù a salvare il mondo. Diciamolo tutti insieme.

Papa e bambini:

La gioia aiuta Gesù a salvare il mondo.

Papa Francesco:

La gioia è una cosa molto bella, molto bella. Voi, oggi, siete gioiosi?

Bambini:

Sì!

Papa Francesco:

Sì? Siete gioiosi?

Bambini:

Sì!

Papa Francesco:

E questo è molto bello.

E credo che con questo ho risposto a “cosa possiamo fare per aiutare Gesù per salvare il mondo”. E voi pensateci, dopo, sempre.

Poi, io quando avevo la tua età giocavo a calcio. Sai, io non ero bravo nel calcio, e da noi, quelli che non sono bravi nel calcio si chiamano “pata dura” (gamba dura). Capito? Io ero un pata dura, e per questo di solito facevo il portiere, per non muovermi: era il mio ruolo… Non è una parolaccia, questa, si può dire, pata dura, non è parolaccia.

E un’altra domanda era: come ho fatto a capire la vocazione. Ognuno di noi ha un posto nella vita. Gesù vuole che uno si sposi, che faccia una famiglia, vuole che un altro faccia il prete, un’altra faccia la suora… Ma ognuno di noi ha una strada, nella vita. E per la maggioranza è che siano come voi, come tutti, come i vostri genitori: fedeli laici che fanno una bella famiglia, che fanno crescere i figli, che fanno crescere la fede… E io ero in famiglia: noi eravamo cinque fratelli, eravamo felici. Papà lavorava, veniva dal lavoro… – in quel tempo c’era, il lavoro – e giocavamo… Una volta – vi farò ridere, ma non fate questo che vi dico! – abbiamo fatto un concorso per giocare ai paracadutisti, e abbiamo preso l’ombrello e siamo andati sul terrazzo e uno dei miei fratelli si è buttato per primo, giù, dal terrazzo. E si è salvato la vita per poco! Sono giochi pericolosi, quelli. Ma eravamo felici. Perché? Perché papà e mamma ci aiutavano ad andare avanti, a scuola, e anche si preoccupavano di noi. E’ molto bello, è molto bello… Sentite bene: è molto bello nella vita essere sposati, è molto bello. E’ molto bello avere una famiglia, un papà e una mamma, avere dei nonni, gli zii… Avete capito questo? E’ molto bello, è una grazia. E ognuno di voi ha genitori, ha i nonni, ha gli zii, ha una famiglia. E perché non li salutiamo adesso? Un applauso a tutti loro, a tutti loro… [applauso] I vostri genitori si sacrificano per voi, per farvi crescere, e questa è una cosa bella, è una bella vocazione: fare una famiglia.

Ma c’è anche l’altra vocazione: fare la suora, fare il prete. E io un giorno ho sentito – ma di colpo – avevo 16 anni e ho sentito che il Signore voleva che io fossi prete. Eccomi! Sono prete. Questa è la risposta. Si sente nel cuore: quando un ragazzo sente nel cuore simpatia e poi quella simpatia va avanti, e sente amore per una ragazza e poi si fidanzano e poi si sposano, così si sente nel cuore quando il Signore ti dice: “Tu devi andare avanti sulla strada per diventare prete”. E così ho sentito io. Come si sentono le cose belle nella vita. Perché è una cosa bella! Capito?

Bene, voi siete stanchi di stare qui, il sole è forte…

Bambini:

No!

Papa Francesco:

Adesso c’è un po’ di venticello, ma…

Io non ricordo: a quello che non mi vuole bene, devo dare uno schiaffo?

Bambini:

No!

Papa Francesco:

Ah! Avevo dimenticato. E devo pregare per le persone che mi odiano?

Bambini:

Sì!

Papa Francesco:

Sì, sì: pregare per quello che non mi vuole bene, per quello… devo pregare. E debbo essere obbediente a mamma e a papà?

Bambini:

Sì!

Papa Francesco:

Io, o il vicino?

Bambini:

Tutti!

Papa Francesco:

Ah, ognuno! Ognuno dica “io”.

Bambini:

Io!

Papa Francesco:

Io devo obbedire a papà e mamma: tutti!

Bambini:

Io devo obbedire a papà e mamma.

Papa Francesco:

E’ molto importante, perché loro si sacrificano per noi. Avete capito?

Bambini:

Sì.

Papa Francesco:

Benissimo. E adesso, che cosa facciamo?

Ecco, facciamo una preghiera. Nella prima domanda abbiamo parlato della preghiera. Adesso facciamo una preghiera gli uni per gli altri. Prendetevi per mano, tutti. Come fratelli, come amici. Prendetevi per mano, tutti. E preghiamo la Madonna, che è la nostra Madre: Ave o Maria,…

E adesso darò a tutti voi la benedizione. In silenzio, ognuno di voi pensi ai genitori, ai parenti, agli amici, pensi anche ai nemici, alla gente che vi odia o che non vi vuole bene. E che questa benedizione scenda anche su di loro, su tutti.

[Benedizione]

Grazie!

Omelia durante la Celebrazione Eucaristica

Abbiamo sentito come Gesù si congeda dai suoi nell’Ultima Cena, e chiede loro di osservare i comandamenti, e promette che invierà loro lo Spirito Santo: «Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Paraclito” – “paraclito” significa “avvocato” – “un altro avvocato, perché rimanga con voi per sempre: lo Spirito della Verità” (Gv 14,16-17). E lo Spirito Santo è in noi – in ognuno di noi – e noi lo abbiamo ricevuto nel Battesimo: lo abbiamo ricevuto da Gesù e dal Padre. In un’altra parte [del Nuovo Testamento], l’Apostolo ci dice di custodire lo Spirito Santo, e dice di più: “Non rattristate lo Spirito Santo” (cfr Ef 4,30), come [a dire]: “Siate consci che voi avete dentro Dio stesso, il Dio che ti accompagna, che ti dice quello che devi fare e come lo devi fare; Colui che ti aiuta a non sbagliare, che ti aiuta a non scivolare nella tentazione; l’Avvocato: Colui che ti difende dal maligno”. E questo Spirito è quello che Pietro, nella seconda Lettura, dice che ci aiuterà “ad adorare Cristo nei nostri cuori” (cfr 1 Pt 3,15). E come? Con la preghiera di adorazione e lasciando emergere proprio l’ispirazione dello Spirito Santo. E’ Lui che ci dice: “Questo è buono, questo non è buono, questa è la strada sbagliata, questa è la strada giusta…”: ci porta avanti. E quando la gente ci chiede spiegazioni, sul perché noi cristiani siamo così, Pietro dice: “Siate pronti a rispondere a chiunque vi domandi perché siete così” (cfr 1 Pt 3,15). E questo, come si deve fare? Continua Pietro: «Tuttavia, questo sia fatto con dolcezza e rispetto» (v. 15). E qui voglio fermarmi.

Il linguaggio dei cristiani che custodiscono lo Spirito Santo che ci è stato dato in dono, di coloro che sanno di avere lo Spirito che spiega loro [la verità], questo linguaggio è un linguaggio speciale. Non devono parlare in latino: no, no. E’ un altro linguaggio. E’ il linguaggio della dolcezza e del rispetto. E questo può aiutarci a pensare a come è il nostro atteggiamento di cristiani. E’ un atteggiamento di dolcezza, o di ira? O è amaro? E’ tanto brutto vedere quelle persone che si dicono cristiane ma sono piene di amarezza… Con dolcezza. Il linguaggio dello Spirito Santo è dolce, e la Chiesa lo chiama il “dolce ospite dell’anima”, perché Lui è dolce e ci dà dolcezza. E rispetto. Sempre rispetta gli altri. Ci insegna a rispettare gli altri. E il diavolo, che sa come indebolirci nel servizio di Dio, e anche come indebolirci in questa custodia dello Spirito Santo che è dentro di noi, farà di tutto perché il nostro linguaggio non sia di dolcezza e non sia di rispetto. Anche dentro le comunità cristiane.

Oggi ho detto, all’Angelus [Regina Caeli], e vorrei ripeterlo: quanta gente si avvicina a una parrocchia, per esempio, cercando questa pace, questo rispetto, questa dolcezza e incontra lotte interne tra i fedeli. Invece della dolcezza e del rispetto, incontra le chiacchiere, le maldicenze, le competizioni, le concorrenze, uno contro l’altro…; incontra quell’aria non di incenso, ma di chiacchiericcio… E poi cosa dice? “Se questi sono cristiani, preferisco rimanere pagano”. E se ne va, deluso. Perché questi non sanno custodire lo Spirito, e con questo “linguaggio” di farsi vedere per ambizione, per invidia, per gelosia, tante cose che ci dividono tra noi, allontaniamo la gente. Siamo noi ad allontanarli. E non lasciamo che il lavoro che fa lo Spirito, di attrarre la gente, continui. A me piace tornare su questo argomento sempre, perché vi dico – vi dico con tutta chiarezza! – che questo è il peccato più comune delle nostre comunità cristiane.

Quando incensavo la Madonna, ho abbassato un po’ lo sguardo e ho visto il serpente, il serpente che la Madonna schiaccia, il serpente con la bocca aperta e la lingua che esce. Vi farà bene guardare com’è una comunità cristiana che non custodisce lo Spirito Santo con dolcezza e con rispetto: è come quel serpente, con una lingua lunga così… Un parroco, una volta, mi diceva, parlando di questo argomento: “Nella mia parrocchia ci sono alcuni che possono fare la comunione dalla porta: con la lingua che hanno, arrivano all’altare!”. Qualcuno di voi potrà dire: “Ma Padre, Lei, sempre con lo stesso argomento!…”. Ma è la verità! Questo ci distrugge! E noi dobbiamo custodire lo Spirito Santo…, e non le cose che il serpente – il diavolo – ci insegna.

Scusatemi se torno sempre su questo, ma io credo che questo sia il nemico che distrugge le nostre comunità: il chiacchiericcio. Forse vi farà bene, non oggi – alcuni oggi, alcuni un altro giorno – quando andate a salutare la Madonna, guardare un po’ in giù e vedere quella lingua [del serpente] e dire alla Madonna: “Madonna, salvami: così non voglio essere. Io voglio custodire lo Spirito Santo come tu lo hai custodito”. Lei ha custodito lo Spirito, che poi è venuto e l’ha fatta mamma del Figlio di Dio.

Sorelle e fratelli, davvero: questo a me fa male al cuore; è come se fra di noi ci gettassimo pietre, uno contro l’altro. E il diavolo si diverte: è un carnevale per il diavolo, questo! Chiediamo questa grazia: custodire lo Spirito Santo che è in noi. Non rattristarlo, come dice l’Apostolo Paolo. Non rattristarlo. E che il nostro atteggiamento davanti a tutti – ai cristiani e ai non cristiani – sia un atteggiamento di dolcezza e di rispetto, perché lo Spirito Santo agisce così con noi: con dolcezza e rispetto.