#Poesia e Breve Commento al #Vangelo del giorno – 24 ottobre 2016

mauro-leonardi

In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga il giorno di sabato. C’era là una donna che aveva da diciotto anni uno spirito che la teneva inferma; era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei libera dalla tua infermità», e le impose le mani. Subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, rivolgendosi alla folla disse: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi curare e non in giorno di sabato». Il Signore replicò: «Ipocriti, non scioglie forse, di sabato, ciascuno di voi il bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che satana ha tenuto legata diciott’anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?». Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute. Luca 13,10-17

Commento al Vangelo

Nel sabato in cui Dio contempla la perfezione della creazione da Lui stesso compiuta, Gesù ricostruisce quell’armonia e restituisce dignità all’umanità di questa donna: inferma, curva, che non riesce a stare più diritta a causa del peccato. Sul riposo di Dio che si estende agli uomini, ha la meglio lo sguardo d’amore di Dio sull’umanità ferita che egli vuole restituire alla dignità di figli, di creature fatte a propria immagine e somiglianza.

Poesia

Di sabato non si deve lavorare.
Dice la legge.
La legge di Dio.
Ma sempre dobbiamo essere liberati dal dolore, dalla malattia, dalla prigionia.
Sempre e subito.
Questo dice la voce nella sinagoga.
La voce di Dio.

Amare, ridare la vita, guarire, salvare, liberare.
Non è un lavoro.
Non conosce giorni proibiti.

Amare, ridare la vita, guarire, salvare, liberare.
È amore.
Non ha salario.
Ed è sempre il suo giorno.

[ads2]Questo commento/poesia del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).

A cura di don Mauro Leonardi – Il suo blog è “Come Gesù“[divider style=”solid” top=”10″ bottom=”10″]

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“Una donna del vangelo” è anche sul network Papaboys

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