Il Vangelo del Giorno, 29 Agosto 2016, Mt 25, 14-30

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Il testo ed il commento al Vangelo del 29 agosto 2016 – Mt 25, 14-30

XXII Settimana del Tempo Ordinario – Anno II

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Mc 6, 17-29

  • Colore liturgico: Rosso
  • Periodo: Seconda settimana del Salterio
  • Lunedì – 22.a Tempo Ordinario
  • Santo del giorno: Martirio di s. Giovanni Battista (m)
  • La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza
  • Liturgia: Ger 1, 17-19; Sal 70; Mc 6, 17-29

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Mc 6, 17-29
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.

Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto.

E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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Commenti al Vangelo di Mc 6, 17-29

Commento a cura dei Monaci Benedettini

[ads2]Il prezzo della verità.

La figura di Giovanni Battista è intimamente legata a quella di Cristo. Già, prima ancora della nascita, sussulta di gioia nel grembo di Elisabetta, al saluto di Maria. Sarà poi lui ad additare al mondo l’Agnello di Dio. Sarà lui il testimone della Voce dall’alto che lo proclama figlio di Dio, mentre lo battezza nelle acque del Giordano.

Con grande umiltà accetta e scandisce il suo ruolo che è quello di preparare la via al Cristo che viene. Giovanni sa che egli deve diminuire e scomparire per fare spazio al Messia. Riceverà, a sua volta, un grandissimo elogio da parte del Signore: «In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista». La sua grandezza brillerà di luce piena quando la sua testimonianza alla verità assume le caratteristiche dell’eroismo.

Con la stessa franchezza con cui ha annunciato Cristo, denuncia al mondo l’immoralità di un potente, ben sapendo i rischi a cui si esponeva. L’odio dei potenti, spesso condito con la più sfacciata immoralità, quasi sempre sfocia nella vendetta verso chi osa denunciare i loro misfatti. È ormai perenne purtroppo la convinzione che certe voci scomode debbono tacere. È accaduto a Gesù e dopo di lui ad una schiera innumerevoli di testimoni intrèpidi e coraggiosi. Il rimprovero, anche il più meritato, o induce alla conversione o alimenta l’odio.

Se poi si ha la triste vicenda di incappare in affari di donne e di sesso c’è da attendersi di tutto anche l’assurdo di turpi promesse che possono costare la vita degli altri. È significativo infatti che la testa di Giovanni Battista entri in un intrigo di orge, in un banchetto che è esattamente il contrario di un convivio di amore. La cecità e l’ottusità offuscano la ragione e obnùbilano le coscienze, è in quello stato l’assurdo diventa ragione e diritto, anche a costo della vita di un innocente.

Il vero vittorioso comunque è lui, Giovanni, che precede Cristo nel martirio e conduce così la sua intrepida testimonianza, fino al martirio, fino al Calvario, senza piegarsi alle comode politiche. Forse un esempio ai comodaticci e prese di posizioni della nostra vita?

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