Il Vangelo del Giorno, 24 Settembre 2016, Lc 9, 43-45

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Il testo ed il commento al Vangelo del
24 settembre 2016 – Lc 9, 43-45

XXV Settimana del Tempo Ordinario – Anno II

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Lc 9, 43-45 

  • Colore liturgico: Verde
  • Periodo: Prima settimana del Salterio
  • Sabato – 25.a Tempo Ordinario
  • Santo del giorno: S. Pacifico da Sanseverino Marche
  • Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione
  • Liturgia: Qo 11,9 – 12,8; Sal 89; Lc 9, 43-45

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Lc 9, 43-45
Dal Vangelo secondo Luca

In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».

Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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Commenti al Vangelo di Lc 9, 43-45

Commento a cura dei Monaci Benedettini

Il secondo annuncio della Passione.

San Luca pone il secondo annuncio della sua Passione dopo l’episodio centrale della trasfigurazione e della guarigione dell’epilettico. Dopo la gloria del Tàbor, ecco che Gesù ripropone il suo mistero della Croce. È un insegnamento forte e di difficile comprensione da parte dei discepoli.

Lo «scandalo della Croce», che ci propone San Paolo nei suoi scritti si associa alla glorificazione del Figlio dell’uomo che troviamo nel Vangelo di San Giovanni. I discepoli, non possono ancora comprendere questi misteri; si trovano di fronte all’impossibilità di accettare la sofferenza del giusto: in questo passaggio troviamo il cambiamento dall’Antico al Nuovo testamento. Troviamo nella predicazione profetica (Isaia) e nell’esperienza sapienziale (Giobbe) già dei tentativi per affrontare questo aspetto che, invece, ci introduce direttamente nella missione redentrice di Gesù, il vero ed unico Giusto, e ci aiuta a comprendere i misteri del Padre nelle strade tortuose di questo mondo; ciò però non è sufficiente per i discepoli che rifiutano ancora apertamente la passione di Cristo.

Vi è un profondo motivo religioso in ciò proprio per l’inconciliabilità, nella loro mentalità, della figura del Messia con la passione appena annunciata. Nella missione della Chiesa, e nella nostra vita quotidiana vi è l’esortazione a riconoscere il vero Gesù, il Cristo mandato dal Padre, nel Mistero della sua morte e Risurrezione, per affidare a Lui le nostre sofferenze ed i nostri dolori che ci dice: «Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime».

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