Commento al Vangelo del 30 aprile 2017 – Fraternità Gesù Risorto

Nel giorno di Pentecoste Pietro parla di Dio che ha mandato Gesù, e di Gesù che manda lo Spirito Santo, e termina dicendo: “Come voi stessi potete vedere e udire”. Egli non presenta un’idea o un bel racconto, ma dà spiegazione di quanto sta avvenendo, degli eventi cui tutti possono assistere. È come dicesse: «Guardateci, vi dico perché siamo così», oppure «Guardate la Chiesa, guardate la nostra comunità parrocchiale, e vi dico perché essa è così bella e attraente!». Dovremmo dirlo noi oggi, ma non osiamo, perché… forse non è vero che la nostra comunità è bella. La nostra comunità è come il volto di una persona che ci sgomenta e ci lascia perplessi, dato che in essa le disobbedienze al nostro Signore purtroppo sono rese visibili da alcune disunioni, se non addirittura discordie. Queste vorrebbero mettere in evidenza le buone ragioni di uno contro un altro, ma in realtà manifestano che lo Spirito Santo è ancora lontano, assente e dall’uno e dall’altro.

Ancora san Pietro, nella lettera, ci dà un’indicazione preziosa per superare le nostre incongruenze: “Se chiamate Padre colui che… giudica ciascuno secondo le proprie opere, comportatevi con timore di Dio nel tempo in cui vivete quaggiù come stranieri”. Ripensiamo alle parole che usiamo, per fare in modo che siano vere ed esprimano ciò che abbiamo nel cuore. Chiamiamo Dio “Padre”?: ebbene, allora cambiamo i nostri pensieri, il parlare e tutti i nostri comportamenti. Se ci rivolgiamo a Dio col termine affettuoso e serio di Padre, significa che ci interessano i suoi desideri, che gli vogliamo ubbidire, che vogliamo imparare da lui a vivere. Ci comporteremo perciò con gli altri in modo da lasciar trasparire l’amore di un Padre, come figli da lui amati e da lui sostenuti. Quaggiù, dice ancora Pietro, siamo “come stranieri”: motivo valido per non mettere radici, per non ritenere nulla, nessuna ricchezza, nessun immobile, come fosse stabile e sicuro. Questa è “la vuota condotta ereditata dai padri”, che non ci è servita, anzi, ci ha danneggiato. Da essa ci ha liberato “il sangue prezioso di Cristo”. È la vita di Gesù perciò che noi cercheremo di imitare, è la sua Parola che porremo alla base di tutti i ragionamenti e le scelte.

Proprio Gesù si fa vicino a coloro che sono turbati e scoraggiati. Abbiamo udito l’episodio dei due che nel giorno di Pasqua si mettono in cammino, scoraggiati nonostante la notizia riportata dalle donne tornate dal sepolcro. Chi è quell’uomo che si avvicina per camminare con loro, per ascoltarli e interrogarli? E che sa loro rispondere in modo da stupirli e renderli consapevoli delle Scritture? Un uomo che sembra un estraneo, ma che sa risolvere dubbi e domande con chiarezza e sicurezza! È un uomo che ha il coraggio di trattarli da “stolti e lenti di cuore”, e poi ha l’umiltà di spiegare gli avvenimenti con una fede che li lascia a bocca aperta! È così chiunque vive con Dio, ha sicurezza ed umiltà. Ha quella sicurezza che meritano le parole di Dio, e l’umiltà che è la caratteristica di Dio stesso. Con quest’umiltà quell’uomo accetta pure l’invito a fermarsi ed entrare con loro per passare la notte. Ma quando prende in mano il pane, ecco, i due si risvegliano come da un sonno: è lui! Ma di lui rimane solo la gioia di averlo incontrato, di averlo udito, di aver goduto la sua compagnia. Di questo devono accontentarsi, e di questo sono contenti. La gioia, che ricevono dall’averlo incontrato e ascoltato, li rimette in viaggio, benché siano calate le tenebre. Ed eccoli di nuovo a Gerusalemme, in mezzo agli altri, pronti ad ascoltarli e a riferire il proprio inaspettato incontro.

Tutto questo, le parole di Pietro e l’incontro dei due con gli altri nel cenacolo, sono e devono essere per noi uno stimolo costante, una sorgente di domande vivaci. Vivo in modo da suscitare negli altri il desiderio di conoscere la fonte della mia vita? Rispondendo alle domande di chi mi circonda, posso far riferimento alla fede che vivo e che mi sostiene? Merito anch’io l’epiteto “stolto”, come i due in viaggio a Emmaus? (Gesù li ha chiamati così perché ragionavano senza tener conto delle Scritture: infatti non cercavano di ricordarle per interpretare la propria vita alla loro luce, e nei momenti di dubbio non ricorrevano ad esse per trovare risposte). Ci sono dei momenti di risveglio che mi portano a correre verso gli altri fratelli credenti? Considero Gesù vivo e presente nella mia vita e nella vita della Chiesa? Quando so che viene spezzato il Pane, so che è Gesù che lo spezza anche per me? Mi lascio attirare là dove viene spezzato il Pane, l’Eucaristia? Racconto le mie esperienze di fede? Ascolto quelle che vengono raccontate dagli altri credenti? Quando prego il Padre nostro, so dar peso alla parola Padre? Lo farò in questi prossimi giorni. Chiamo Dio mio Padre, e perciò mi comporterò di conseguenza: vivrò con fiducia, perché so che mi ama, e amerò i fratelli perché il Padre me ne ha dato il motivo e le capacità. Gesù risorto mi accompagnerà!

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A cura della Casa di Preghiera S.Maria Assunta – Tavodo  -Via della Pieve, 3 – 38078 SAN LORENZO DORSINO – TN

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III Domenica del Tempo di Pasqua

Lc 24, 13-35
Dal Vangelo secondo Luca

13Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. 15Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.

17Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso.

21Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba 23e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». 25Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! 26Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?».

27E, cominciando da Mosé e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. 28Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista.

32Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». 33Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». 35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 30 Aprile – 06 Maggio 2017
  • Tempo di Pasqua III, Colore – Bianco
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 3

Fonte: LaSacraBibbia.net

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