Commento al Vangelo del 22 gennaio 2017 – Ileana Mortari (Teologa)

Il regno dei cieli è vicino

Ha inizio, con questa 3° domenica dell’anno ordinario A, la lettura rapsodica del vangelo di Matteo, anzi “secondo Matteo”; il vangelo infatti non è un’opera scritta da una sola persona, ma l’insieme di diverse tradizioni, dapprima orali, confluite nel corso di parecchi anni in un testo, la cui iniziale sistemazione sarebbe stata, secondo la tradizione, opera dell’apostolo Matteo-Levi: il racconto era scritto in aramaico, ma è andato perduto.

L’attuale testo greco, che noi possediamo, è invece opera di un giudeo-cristiano della seconda generazione (cioè della II° metà del I° sec.), il quale parlava bene il greco ed aveva assimilato le tradizioni e i problemi della sua comunità, che quasi certamente si trovava in Siria, ad Antiochia; egli utilizzò il vangelo di Marco, che è del 65-70 d. Cr., nonchè una fonte di “detti” del Signore proveniente dal testo aramaico, e stese un racconto della vita di Gesù dando ampio spazio ai suoi discorsi.

Si trattava in pratica di una catechesi postbattesimale destinata a neoconvertiti, la cui stesura definitiva si colloca tra l’80 e il 100 d. Cr.

Date le caratteristiche della comunità, di provenienza giudaica, il primo vangelo è quello più ricco di riferimenti al Primo Testamento, le cosiddette “citazioni di adempimento”, che mostrano come in Gesù si realizzino le profezie delle Scritture.

Il brano di oggi ne contiene una, tratta dalla 1° lettura, del profeta Isaia: “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse”; il profeta si riferiva alla situazione di tremenda oppressione che gravava sulle terre di Zabulon e Neftali nell’8° sec. a. Cr. ad opera degli Assiri; al tempo di Gesù la Galilea era una regione poco ortodossa dal punto di vista religioso e aperta a contaminazioni da parte dei popoli confinanti, anzi essa stessa ibrido miscuglio di razze diverse (“Galilea delle genti” v.15).

Ebbene, proprio in questo luogo povero e oscuro ha inizio la predicazione del Nazareno: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino.” Egli, Luce del mondo (cfr. il prologo di Giovanni), reca agli uomini una parola di grande consolazione e speranza, che supera ampiamente le aspettative del tempo circa il regno di Dio.

Secondo alcuni, il Messia avrebbe restaurato la dinastia di Davide sottomettendo le nazioni nemiche al popolo eletto; secondo altri, il dominio del male era così potente che il regno di Dio sarebbe giunto solo in un “mondo futuro”, trascendente rispetto al mondo presente; altri ancora lo vedevano come una realizzazione possibileper chi obbediva alla legge.

Il regno annunciato dal Nazareno non è né di tipo politico-militare, né collocato solo in un futuro trascendente, né associato a “gioghi” costrittivi. Il testo greco dice che il regno “enghiken”, che si può tradurre: è vicino, viene, è venuto; cioè: c’è e non c’è ad un tempo; è manifesto, ma anche misterioso. Esso è infatti presente nella persona stessa di Gesù, ma richiede agli uomini una “conversione”, cioè un cambiamento di mentalità, una disponibilità ad accogliere una logica diversa da quella mondana, una capacità di “relativizzare” tutto rispetto all’Assoluto.

Il vangelo-catechesi di Matteo ci offre subito dopo due concreti esempi di questa “conversione”. Mentre cammina sulle rive del lago di Galilea, il Maestro vede due coppie di fratelli intenti al loro lavoro di pescatori e dice loro: “Seguitemi, vi farò pescatori di uomini”. “Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono” (v.20). Il racconto è certamente schematico, essenziale; non vuole presentarci il fatto così come è avvenuto in concreto (probabilmente ci furono più incontri dei pescatori con il Signore), ma tracciare una narrazione esemplare in cui risalti ciò che veramente conta: l’incontro con Gesù è qualcosa di straordinario, la Sua voce autorevole non ammette tentennamenti o mezze misure, lo stacco dalla vita precedente è netto.

“Lo seguirono”(v.22); al contrario della “scuola” dei rabbini, dove si imparava a interpretare la Legge, qui non è richiesto uno studio, ma una sequela, la condivisione di vita del Maestro, l’apprendimento dei contenuti del Regno dalle sue parole e dal suo esempio. Certo, tutto il vangelo di Matteo sarà un’esplicitazione di tali contenuti, ma già il v.23 (l’ultimo del brano evangelico di questa domenica) ci presenta in un sintetico “sommario” l’attività di Gesù: predicava la buona novella e curava ogni sorta di malattie e di infermità del popolo. La prima manifestazione del Regno (che è regno di giustizia, amore e pace) è dunque l’amore compassionevole con cui Gesù si china su chi soffre e lo libera dalla schiavitù della malattia.

Ileana Mortari – Sito Web

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III Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

Mt 4, 12-23
Dal Vangelo secondo Matteo

Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:

«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».

Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.

Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 22 – 28 Gennaio 2017
  • Tempo Ordinario III, Colore verde
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 3

Fonte: LaSacraBibbia.net

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