Commento al Vangelo del 29 maggio 2016 – d. Giacomo Falco Brini

GESÙ, IL CORPO DELL’AMORE

[ads2]Questa è la domenica in cui ricordiamo solennemente cosa ha inventato l’amore del Signore Gesù per noi: ha lasciato nelle nostre mani il suo corpo, ogni giorno. Il che vuol dire: ha lasciato la sua stessa persona, la sua reale presenza, proprio come ci aveva promesso. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo (Mt 28,20). Se ci pensiamo, non poteva essere altrimenti: chi ama non sopporta l’idea di stare fisicamente lontano dall’amato. Così il nostro Dio ha inventato questa sua nuova presenza tra noi. Ma come è possibile che un’ostia di pane e un po di vino nascondano la sua reale presenza corporea? Come spiegare questa indicibile realtà posta nelle nostre mani? Appunto, un tale mistero non si può spiegare. Quando stiamo davanti all’Eucarestia, bisogna approcciare con il cuore. Altrimenti, si rischia di fallire il contatto. Altrimenti, in quel pane non si vede niente.

Durante la mia prima esperienza in America Latina (in Perù, periferia di Lima), nell’ultima parrocchia dove svolgevo il mio servizio c’era una cappellina di adorazione permanente del SS.mo Sacramento. Mi ci recavo quasi ogni giorno intorno alle tre del pomeriggio. Lì incontravo sempre Basilia, una mamma molto povera il cui solo inginocchiarsi e poi rimanere davanti al SS.mo esposto, rapiva la mia attenzione. Dopo parecchi giorni, mi sono accorto che questo mi accadeva sistematicamente. Perciò mi dissi: “perché Signore questa donna così povera prende la mia attenzione più di te?”. Pensai tra me: “questo non va bene…”. Poi un giorno mi sono alzato, sono andato da lei inginocchiata e le ho detto: “senti Basilia, adesso tu mi devi dire una cosa. Perché vieni ogni giorno qui? Come fai a restare così a lungo in silenzio con gli occhi verso il SS.mo? Basilia mi guardò solo qualche istante, poi mi disse: “padre, vengo ogni giorno qui per parlare al Signore Gesù. Se non vengo qui, dove andrei? Chi mi ascolterebbe? Chi mi capirebbe? Chi mi aiuterebbe? Vengo e gli parlo di tutto, soprattutto dei miei problemi. Gesù mi ascolta e mi da forza. Senza di Lui non posso andare avanti”. Quel giorno capii che la mia non era distrazione, ma assistevo a una lezione. Gesù stesso spingeva il mio sguardo verso quella donna.

Cos’è l’Eucarestia? E’ il Signore Gesù che, silenzioso e rispettoso, attende che gli andiamo a parlare della nostra vita. Cos’è l’Eucarestia? E’ il Signore Gesù che ci accoglie e ascolta sempre, ci nutre e ci dona energia per camminare in questa vita scoprendo che si può già vivere un altra vita: la sua, ovvero una vita spesa per amore dei fratelli. Cos’è l’Eucarestia? E’ il Signore Gesù, non un suo mero ricordo, che in ogni s.messa ci chiama al banchetto della fraternità per prendere tra le sue mani noi che prendiamo nelle nostre mani Lui; ci alza al cielo pronunciando su di noi la sua benedizione, ci spezza affinché anche noi, come Lui che si spezza, possiamo sfamare una umanità affamata di amore ancor prima che di pane. E’ questo il movimento esatto che fa il sacerdote con il Suo Corpo tra le mani. Ma bisogna essere convinti di essere cinque pani e due pesci, troppo poca cosa per tutta questa gente (Lc 9,13). E bisogna tuttavia essere convinti che questa poca cosa che siamo, nelle sue mani, diventa una grande cosa. Bisogna essere disposti ad essere spezzati, credendo che le mani di Gesù ci spezzano per una vita benedetta che feconda la mia e quella degli altri (Lc 9,16-17).

Quello che mi è successo qualche giorno fa, dopo alcuni giorni di amarezza, forse illumina questo ultimo pensiero. Orismenne è una mamma nigeriana povera che viene con altri fratelli a ricevere in parrocchia degli aiuti alimentari dalla Caritas. Ogni volta che la incrocio mi saluta sempre con tanta affabilità. Un giorno mi sono fermato con lei e l’ho ascoltata nei suoi problemi. Vi lascio immaginare. Un marito e due figli alla continua ricerca di una vita più dignitosa. Quella mattina Orismenne, in attesa della distribuzione, mi ha raggiunto in chiesa dove mi stavo recando per la mia preghiera. Mi disse con un gran sorriso sul volto “padre, mi scusi, ma non trovo la buchetta per le offerte…” – “E’ nell’albero dove si accendono i lumini votivi” – le risposi. Mi diressi con lei verso l’albero votivo, le mostrai la piccola buchetta e lei subito (non volendo far vedere cosa aveva in mano) vi allungò “furtivamente” del denaro cartaceo con la mano, ma non riusciva a farlo entrare. Quando mi feci avanti per aiutarla non credevo ai miei occhi: “Orismenne, cosa stai facendo? Perché stai mettendo tutto quel denaro? Ma guarda che forse può servire a te e la tua famiglia!…”. Erano 105 €! Allora lei mi disse: “padre, questa è la decima del nuovo stipendio di Maurice mio marito. Dopo tanta ricerca finalmente ha trovato lavoro, siamo tanto contenti! Perciò padre, la prego, prenda questi soldi per la parrocchia: mio marito ed io abbiamo deciso di dare al Signore la decima di quello che abbiamo ricevuto per ringraziarlo, come dice di fare la Bibbia. Nella vita, prima viene Dio…”.

“PRIMA VIENE DIO”. Orismenne e suo marito hanno deciso che le necessità proprie e quelle dei loro figli non sono più importanti della risposta da dare al Signore, non sono più importanti del grazie concreto da dirgli. Se mi fossi messo a far calcoli, avrei potuto impedirle di compiere questo gesto, ma grazie a Dio non le ho tolto la possibilità di scrivere questa pagina di vangelo. Con il loro gesto infatti hanno permesso, liberamente, che il Signore spezzasse qualcosa della loro vita: perciò sono benedetti e sono stati la benedizione per me. Non dimenticherò mai la gioia con cui mi ha consegnato quel denaro. L’Eucarestia è il corpo dell’amore che ci fa capaci di amare come Gesù.

Fonte: il blog di d. Giacomo Falco Brini, Predicatelo sui tetti

Read more

Local News